Contributi: chi sovvenziona?
Come la gran parte dei gruppi di volontariato di dimensioni medie e piccole, le associazioni che aderiscono al Telefono Amico Cevita riescono a sopravvivere essenzialmente grazie al contributo, anche economico, dei propri aderenti.
La partecipazione a bandi emessi da istituzioni pubbliche o private, o dai Centri Servizi per il Volontariato, consentono di finanziare soltanto in minima parte le ordinarie spese di gestione e sopravvivenza, purtroppo a causa di una carenza legislativa che ci auguriamo venga presto superata.
Dal momento che non sono previste figure professionali, se non in casi eccezionali, i bilanci delle associazioni sono sempre particolarmente contenuti, se confrontati a quelli di organizzazioni per il cui funzionamento occorre la collaborazione di funzionari a tempo pieno, necessariamente stipendiati.
Le spese maggiori sono quelle relativo all'affitto delle sedi (quando queste non sono concesse dalle pubbliche istituzioni), riscaldamento, energia elettrica, pubblicità e, soprattutto, canoni e apparati telefonici. Generalmente i volontari non usufruiscono neppure di rimborsi per le spese sostenute, a meno che non si tratti di particolari occasioni di formazione per le quali vengano richiesti spostamenti autostradali, e tali rimborsi vengono effettuati (a volte) grazie alle risorse provenienti da progetti approvati in tema di formazione.
I primi enti informati del progetto Cevita furono la Regione Piemonte, la Regione Liguria e la Compagnia di San Paolo.
Con i contributi della Compagnia di San Paolo venne garantito lo start up del progetto. Attualmente le spese di impianto e di funzionamento del Numero Verde 800.848.444 vengono coperte grazie al contributo che proviene dalla partecipazione a progetti di caratura istituzionale.
A mano a mano che si aggiungeranno nuovi Centri, le richieste di sostegno verranno estese alle istituzioni territoriali di riferimento, realizzando una "rete" sinergica di collaborazione tra enti regionali diversi.
Il Telefono Amico Cevita è iscritto all'albo regionale del volontariato, riservato alle organizzazioni di coordinamento della Regione Piemonte, con la quale collabora sin dalla sua costituzione.
La disponibilità alla collaborazione sia con l'ente pubblico che in rete con altre associazioni, è atteggiamento che ha sempre caratterizzato molti centri e la precedente esperienza del Telefono Amico Piemontese, sin dal 2004.
Non abbiamo alcuna difficoltà a rendere pubblici i nostri bilanci, improntati a criteri di trasparenza, rigore, semplicità: lo riteniamo altresì doveroso per il rispetto dovuto a chi, a vario titolo, "mette mano al portafogli" e a tutti coloro interessati a conoscerci per quello che siamo, oltre che per quello che diciamo di essere.
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